Benvenuti nel mondo dei paesi che aspettano noi per esserci....

domenica 31 ottobre 2010

Balestrino in "Inkheart- La leggenda del cuore d'inchiostro"



Set cinematografico del film "Inkheart - La leggenda del cuore d'inchiostro", l'antico paese di Balestrino ha ripreso a vivere per qualche giorno. Ci troviamo in Liguria e precisamente in provincia di Savona,  in quello che ormai è catalogato come un paese fantasma. Questo luogo è ormai disabitato da quasi mezzo secolo, quando nel 1962-63 le frequenti frane portarono la popolazione a spostarsi più a valle facendo nascere la nuova Balestrino. Oggi visitatori avventurieri fanno passeggiate per le antiche vie, ma anche recentemente sono state avanzate diverse proposte di studio del territorio, anche da parte di geologi, per verificare la situazione e magari pensare di ripopolare questo paese dominato da un imponente castello.

Documentario realizzato dalla PMG video

lunedì 25 ottobre 2010

La perduta città del gesso: Gessopalena



La prima notizia dell'esistenza di Gessopalena risale al IX secolo, ed è registrata nel "Memoratorium" dell'abate Bertario che resse Montecassino dall'anno 856 all'883. Tra i possedimenti montecassinesi distribuiti tra il Sangro e l'Aventino si elencava anche il "Castellum de Gessi". Il nome “Gessopalena” appare dopo il 1481, quando "la terra del Gisso", come annotò Benedetto Croce, entrò a far parte della "contea di Palena” creata da Ferdinando d'Aragona, re di Napoli, e da lui donata a Matteo di Capua e ai suoi discendenti.
La roccia di gesso ha dato lavoro per secoli a centinaia di gessaroli: tutti i paesi della zona compravano gesso dai " gessaroli gessani" che lo trasportavano a dorso di mulo o di asino fin oltre la Majella. Ci si improvvisava gessaroli chiedendo una concessione al Comune per scavare e puoi cuocere, battere e produrre gesso, la cui estrazione era regolata da un apposito statuto. Si trattava di "lavoratori autonomi" che bucherellavano la roccia costruendo anche delle fornaci di tutto rispetto ( qualcuna è tuttoggi visibile col suo carico di gesso ancora da cuocere), ma non avevano nulla a che fare con le due grosse strutture che nel secondo dopoguerra squarciarono tutto il lato orientale del masso (si era nel periodo della ricostruzione, non solo per Gessopalena), causando un'infinità di crolli alle chiese e alle abitazioni poste sul ciglio orientale. Nel 1933 vi fu un terremoto che provocò ingenti danni alle costruzioni, le quali subirono un ulteriore e definitivo crollo dieci anni più tardi, nel 1943, a causa del secondo conflitto mondiale. Così la popolazione si spostò nella zona nuova, Terranova appunto, creando però dei dissidi con coloro che continuarono a vivere nel paese vecchio.


giovedì 21 ottobre 2010

Agaro sopravvive nelle acque

Qualche settimana fa vi ho proposto un paesino sommerso, Fabbriche di Careggine, alquanto particolare e suggestivo. Ma sembra non essere il solo. Infatti di paesi nascosti dalle acque di laghi artificiali ce ne sono un bel pò. Quello che vi propongo oggi è l'antico villaggio di Agaro, posto proprio ai confini, ed ormai sommerso dal 1938. Era il più piccolo ed il più alto paesino della provincia di Novara, fondato dalla popolazione svizzera dei Walser intorno al XIII secolo. Quello che più stupisce è la forza di quelle costruzioni che si mantengono intatte sul fondo del lago. Nel video che segue viene mostrato ciò che resta delle abitazioni di Agaro: mura costruite con incredibile maestria che dovevano proteggere la popolazione dai rigidi inverni alpini e che ancora oggi sono perfettamente in piedi. Tecniche costruttive datate, ma che hanno retto e continuano a reggere nonostante condizioni avverse. Dovremmo cominciare a guardarci indietro ed imparare, viste le catastrofi naturali che ogni giorno radono al suolo le nostre "moderne" abitazioni?

domenica 17 ottobre 2010

Castelnuovo di San Pio delle Camere raso al suolo


Un articolo del Corriere della Sera dello scorso 15 ottobre a firma di Domenico Affinito affronta in maniera abbastanza critica il problema della ricostruzione dopo il terremoto dello scorso anno che ha colpito l'Aquila e tanti comuni abruzzesi. In particolare illustra la situazione della frazione di Castelnuovo del comune di San Pio delle Camere, uno dei comuni più gravemente colpiti dal terremoto. I quesiti, diretti o indiretti, sono molteplici: gli aiuti, i buoni propositi, fanno presto ad esaurirsi? L'interesse dell'opinione pubblica riguardo ad una tragedia simile è legata solo alla durata dei servizi televisivi? A distanza di un anno e mezzo qualcuno si domanda ogni tanto a che punto è la ricostruzione? I servizi dei tg della consegna di quelle poche case hanno esaurito il nostro dovere di cittadini? E per le istituzioni è bastato questo per "stare a posto con la coscienza"?


mercoledì 13 ottobre 2010

Le leggende del paese sott'acqua



Fabbriche di Careggine ha anche le sue leggende ed anche molto suggestive. La prima racconta che in ogni notte di luna piena, quando non c'è vento, la campana della piccola chiesa sommersa risuoni con rintocchi di mortorio, a testimoniare la pena che le poche case sommerse provano ancora per la sorte dedicatagli. 
La seconda è una storia un pò più complessa: si narra che nel paese vivesse una donna tanto bella quanto malvagia, di nome Teodora. Nella notte fra il tredici ed il quattordici di dicembre di un anno imprecisato, il marito della donna - tale Anselmo - mentre tornava a casa dopo aver cercato legna per il focolare, scivolò in una buca e perdette i sensi, morendo lì assiderato. La donna si accorse del ritardo ma odiando il marito non dette l'allarme se non nella tarda mattinata del quattordici. I soccorritori trovarono il corpo di Anselmo, e non poterono che riportarlo in paese; la donna, scansata da tutti dopo questa vicenda per il sospetto che in qualche modo avesse favorito la morte del marito, si rinchiuse nella propria casa uscendo, da quel giorno, pochissimo. Quando le comunicarono che doveva lasciare la sua casa, perchè il villaggio sarebbe stato in poco tempo sepolto dall'acqua, non credette all'avviso e lì rimase, perendo nell'allagamento determinato dalla chiusura della diga. O almeno così si crede, dato che il cadavere non emerse mai e mai venne trovato: si narra però, che la notte del tredici dicembre di ogni anno, la campana della chiesa suoni a distesa, e che a farla suonare sia l'anima di Teodora, ancora in pena per le sue colpe.


sabato 9 ottobre 2010

Fabbriche di Careggine: il paese sommerso


Siamo in provincia di Lucca, nel cuore delle Alpi Apuane, ma sembra di raccontare una favola uscita da un libro per bambini. Fabbriche di Careggine nasce intorno al XIII secolo da un gruppo di ferrai bresciani che si trasferirono in questo luogo. La loro bravura nel lavorare il ferro fece sì che verso la metà del 1700 venisse costruito un mulino e godesse di agevolazioni sul trasporto dei materiali. Sul finire del secolo il Duca di Modena Francesco III, per favorire la produzione delle maestranze locali, concesse numerosi privilegi, tra cui l'esenzione dal servizio militare. Nel corso dell'800 ma soprattutto ai primi del '900, il borgo divenne anche importante centro di produzione e lavorazione del marmo. Tra il 1906 e il 1907 venne costruita una piccola centrale idroelettrica sul  fiume Edron per servire i bacini marmiferi.
Nel 1941 il governo di Mussolini decise di sfruttare il fiume Edron per costruire un bacino idroelettrico affidando il compito alla Selt-Valdarno, l'odierna Enel. Nel 1953 la diga entrò in funzione e gli abitanti del borgo dovettero abbandonare il paese e furono trasferiti nel nuovo borgo di Vagli. Da allora quel paesino è sommerso ed è possibile vederlo solo ogni dieci anni, quando l'Enel svuota il bacino per lavori di  manutenzione.

giovedì 7 ottobre 2010

Campomaggiore: la città dell'utopia perduta


Questo borgo ha tutto l'aspetto di un luogo irreale. Le sue origini risalgono al periodo romano, ma nel corso del tempo è stato oggetto prima di scorrerie arabe e poi del dominio bizantino, normanno e angioino, restando un feudo povero con un numero esiguo di abitanti. Una vera e propria svolta si ebbe nel 1622 quando Re Filippo IV decise di affidare il feudo alla famiglia Rendina con l'obiettivo di ripopolarlo e riportarlo allo splendore. Ancora più astuta fu la decisione della nuova famiglia di conti, e cioè quella di fondare un borgo secondo le regole architettoniche del tempo. La progettazione fu affidata a Giovanni Patturelli allievo del grande maestro Vanvitelli e proprio sin dall'idea iniziale fu pensata come una cittadina utopica, governata dal principio dell'uguaglianza. Infatti ogni casa possedeva la stessa metratura di terreno, tutto coltivato a vigna e uliveto. Al centro di questo borgo vi era una una piazza su si affacciava sia la Chiesa dedicata alla Beata Vergine Maria del Monte Carmelo e sia il palazzo baronale. I conti Rendina stabilirono un buon rapporto con le famiglie del luogo, tanto che nel 1833 si contano 1500 abitanti.
Questa "città del sole" fu però sconvolta da un'ingente frana che colpì Campomaggiore il 2 febbraio del 1855 e da allora si è gradualmente trasformata in un paese fantasma.

martedì 5 ottobre 2010

Consonno: ecco dove arriva l'irrazionalità umana!


Consonno è un antico borgo, o meglio "era", a circa 60 Km da Milano, in provincia di Lecco. La sua posizione strategica, che dominava dall'alto un caratteristico paesaggio, faceva di questo posto un luogo unico. Le sue origini risalgono al Medioevo ed essendo frazione del comune di Olginate, la sua popolazione si è quasi sempre aggirata intorno ai 200 - 300 abitanti, dediti prevalentemente all'agricoltura e all'allevamento.
Naturalmente, come è avvenuto quasi dappertutto, dopo il boom economico del secondo dopoguerra, la gente ha cominciato ad abbandonare questo borgo, lasciando libero spazio ad un imprenditore che acquistò l'intero paese trasformandolo in un improbabile "Paese dei Balocchi". Questa trasformazione, del tutto in contrasto con le bellezze naturalistiche del luogo, ebbe in un primo momento un certo successo di pubblico con i suoi negozi, le sue attrattive. Le luci della ribalta si spensero abbastanza presto, però, lasciando questo posto nuovamente deserto, ma privo ormai della sua vera storia. L'unico elemento originale è la chiesa di San Maurizio e la casa canonica adiacente. Una passeggiata in questo borgo e subito appare chiaro fino a che punto può spingersi l'irrazionalità dell'uomo, la mania di dominare il paesaggio, ma di farlo spesso nella maniera sbagliata, deturpandolo e privandolo della sua più intima anima.

sabato 2 ottobre 2010

Il vecchio borgo di Gairo: porzione di mondo da scoprire


Anche l'isola più grande d'Italia ospita i suoi luoghi fantasma. Gairo è un piccolo borgo che dal 1951 è ormai deserto, dopo i danni provocati dalle alluvioni che lo colpirono a più riprese rendendo il posto insicuro. Da allora tutto è rimasto com'era. L'unico intervento umano è stato quello di asfaltare la strada principale per far in modo che i turisti potessero ammirare questo borgo, divenuto ormai un'attrattiva irresistibile. La peculiarità di Gairo è quello di fondere i  due elementi caratteristici della Sardegna: la natura con le sue grotte e lo splendido mare. E' un luogo nel quale è possibile divertirsi, ma anche riscoprire qualcosa che oggi purtroppo non esiste più.